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ergere [$rJere] v.; ergo [$rgo], ‑gi — pass. rem. ersi [$rSi] — prob. pn. originaria con e- chiusa (continuaz. dell’e- lunga di erigere lat. e della var. sincopata ergere lat. volg., non attestata ma analoga a porgere, surgere, sincopi di porrigere, subrigere); pn. che risulta aperta fin dalle prime attestaz. di grammatici, per effetto della scomparsa del verbo dall’uso parlato, quindi del suo trattam. come voce dòtta: fatto generale non meno in Tosc. che nelle altre regioni, tanto per ergere quanto per il comp. adergere — pn. chiusa conservata nell’originario part. pass. erto (rimasto in vita come agg.), secondo l’uso fior. e generalm. tosc. (non però lucch.), con incertezze e contrasti nelle regioni vicine — pn. chiusa anche nel femm. sostantivo erta, senza incertezze a Fir. (dove sono pure i top. l’Erta Canina [l %rta kan&na] e Fontallerta [fontall%rta]), ma con qualche oscillaz. nel restante uso tosc. (non solo lucch.) e con più netti contrasti nelle regioni vicine, spec. nel sign. di «attenzione» e sim. (stare all’erta, gridare «all’erta!», dare l’allerta), sign. a cui si riduce in pratica l’uso della parola nel linguaggio radiofonico, televisivo e giornalistico