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frate [fr#te] s. m. — tronc. fra [fra+] (meglio che fra’ [id.]; meno com. frà [id.]) davanti a nome di persona che cominci per cons. o semicons.: più versuto che fra Gerolamo, più ipocrito che frate Alberto [pLu vverS2to ke ffra JJer0lamo, pLu ip0krito ke ffr#te alb$rto] (Machiavelli); fra Ieronimo da Ferrara [fra Ler0nimo da fferr#ra] (Guicciardini); fra Galdino, quel delle noci [fra ggald&no, kU%l delle n1©i] (Manzoni) — sempre davanti a cons. o semicons., così in antico come oggi, possibile anche frate per esteso senza tronc.: se lo incominciò frate Puccio a menare talvolta a casa [Se lo ijkomin©0 ffrate p2©©o a mmen#re talv0lta a kk#Sa] (Boccaccio); continuando adunque il monaco a casa di fra Puccio [kontinu-#ndo ad2jkUe il m0nako a kk#Sa di fra pp2©©o] (id.); frate Iacopone da Todi o fra Iacopone da Todi — non giustificato il tronc. davanti a voc. (spec. davanti ad a-): frate Egidio (meglio che fra Egidio); frate Antonio (meglio che fra Antonio); meno che mai se la voc. seguente non è iniziale di nome di battesimo: fra Giovanni Angelico e non frate Angelico (meno che mai fra Angelico); pure evitato il tronc. davanti a Fra-, per eufonia: frate Francesco (non fra Francesco) — sim. i cogn. Fra [fra+] e Frà [id.], Frate, ‑ti, Del Fra [del fr#+] — cfr. Del Frate