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istigare v.; istigo [iSt&go; meno bene &Stigo], ‑ghi — lett. instigare: instigo [inSt&go], ‑ghi — costante nella tradiz. poet., almeno dal ’500 all’800, l’accentaz. delle forme rizotoniche sul 2° i (conforme al lat. instigare col 2° i lungo): Nel cor le instiga il natural talento [nel k0r le inSt&ga il natur#l tal$nto] (Tasso); Se parlo, più l’accendo; Se taccio, più l’istigo [Se pp#rlo, pL2 ll a©©$ndo; Se tt#©©o, pL2 ll iSt&go] (Forteguerri) — meno freq. però il ricorrere delle forme rizotoniche rispetto alle rizatone (e ai der. -atore, -azione); di qui una tal quale incertezza nella loro accentaz. e una relativa diffus. di pn. sdrucciole, attestate già sul finire del ’700, poi ripetutam. nel ’900, di pari passo con una tendenza allo sdrucciolo in altri verbi come imitare e incitare (con giustificaz. etimologica) o come irritare (senza giustificazione)

DOP

Redatto in origine da
Bruno Migliorini
Carlo Tagliavini
Piero Fiorelli

 

Riveduto, aggiornato, accresciuto da
Piero Fiorelli
e Tommaso Francesco Bórri

 

Versione multimediale ideata e diretta da
Renato Parascandolo