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posto [p1Sto] part. pass. di porre, agg., s. m. — pn. con -o- chiuso subentrata in tutta la Tosc. (tranne qualche punto della Tosc. lucch.) all’originaria aperta, di pari passo con la caduta del dittongo e analoga chiusura della vocale tonica nel pass. rem. posi, -se, -sero; preval. però nella restante It. centr. e in varie altre regioni un trattam. disuguale di questi due casi, con pn. chiusa per posi e aperta per posto — chiusura della vocale tonica di posto estesa senza eccezioni ai part. pass. dei verbi comp. di porre (anteposto, apposto, composto, contrapposto, decomposto, deposto, discomposto, disposto, esposto, frapposto, giustapposto, imposto, indisposto, interposto, opposto, posposto, predisposto, preposto, presupposto, proposto, ricomposto, riposto, riproposto, scomposto, sottoposto, sovrapposto e varianti, sovresposto e varianti, supposto, trasposto), agli agg. e sost. da essi formati anche con ulteriori composiz. (bendisposto, incomposto, maldisposto), agli agg. e sost. tratti per composiz. da posto sostantivo (avamposto, biposto, capoposto, monoposto, segnaposto, triposto), e ancóra per analogia ai part. pass. dei verbi in -ondere (nascosto e risposto con corrisposto) — mantenuta invece la vocale tonica aperta nelle forme rizotoniche di postare e suoi comp. (io apposto, io imposto, io posto, io sposto), nell’avv. apposta, nei s. f. posta e imposta (salvo -o- chiuso in posta per «il porre», e doppia pn. in imposta «tributo») — es. con acc. scr.: quella pósta su la galeazza [kU%lla p1Sta Su lla gale#ZZa] (D’Annunzio) — dim. posticino [poSti©&no] — cfr. posta