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commento [komm%nto] s. m. — antiq. comento [kom%nto]: Fatti sopra vi fur comenti e chiose [f#tti S1pra vi f2r kom%nti e kkL0@e] (Leopardi) — con -m- scempia, in questa e nelle altre voci della famiglia, la forma preval., ma non unica, nei maggiori scrittori toscani (Dante, Boccaccio, Machiavelli) e in qualcuno dei moderni d’altre regioni (De Sanctis, D’Annunzio); con -m- doppia la forma più aderente all’etimo lat. commentum, presente nell’uso it. fin dalle origini, preval. dal ’500 in poi, restata l’unica da prima della metà del ’900 — scempiam. antico dell’-m- analogo a quello di comandare, comare, comodo, comune, voci in cui, a differenza di commento, le doppie latineggianti non sono più tornate in onore

DOP

Redatto in origine da
Bruno Migliorini
Carlo Tagliavini
Piero Fiorelli

 

Riveduto, aggiornato, accresciuto da
Piero Fiorelli
e Tommaso Francesco Bórri

 

Versione multimediale ideata e diretta da
Renato Parascandolo