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fine [f&ne] s. f. e m. — per «termine finale», femm.: il principio e la fine; buona fine e miglior principio; la fine del lavoro, delle illusioni; fare una brutta fine; la fine del libro (ma il fine sull’ultima pagina di vecchi libri); alla fine (ma alfine); la fine del mondo (ma il finimondo); la fine della settimana, del mese, della legislatura (ma il fine settimana, il fine mese, il fine legislatura, col pl., occorrendo, i fine settimana, ecc.); la fine della vita (ma discussioni e polemiche sul «fine vita»); antiq. o lett. il masch.: le discordie che avevano condotto a fine così miserando la guerra e la libertà [le diSk0rdLe ke av%vano kond1tto a ff&ne koS& mmi@er#ndo la gU$rra e lla libert#] (F. Martini) — per «esito finale», masch.: condurre a buon fine; salvo buon fine; racconto, dramma a lieto fine — pure masch. per «scòpo finale»: fine prossimo, remoto; fine palese, occulto; proporsi, perseguire un fine; i fini di un provvedimento, di una rivolta, di una guerra; un secondo fine; esser fine a sé stesso; il fine giustifica i mezzi — tronc. in alcune locuz.: alla fin fine, alla fin delle fini; in fin de’ conti, in fin di vita; a fin che… (cfr. affinché), a fin di bene (cfr. affine); alla fin (o alla fine) del mese; e sim.: il solicello Di fin d’ottobre [il Soli©$llo di f&n d ott1bre] (Pascoli) — cfr. alfine; fine settimana; infine

DOP

Redatto in origine da
Bruno Migliorini
Carlo Tagliavini
Piero Fiorelli

 

Riveduto, aggiornato, accresciuto da
Piero Fiorelli
e Tommaso Francesco Bórri

 

Versione multimediale ideata e diretta da
Renato Parascandolo