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ca’ [ka o ka+] (meno com. [id.]; raro ca [id.]) s. f. — ant. tronc. di casa, sopravvissuto in toponimi urbani (es. Ca’ d’Oro, a Venezia) o rustici (es. Ca’ d’Andrea, Lomb.; Cà di David, Ven.; Ca’ di Landino, E.-R.; anche solo con l’art., la Ca’) dell’It. settentr., qualche volta in gf. unita con altro elem. (es. Cadelbosco e, come cogn., Cabianca) — esempi del tronc. anche nei massimi autori del ’300, qualche volta con valore generico (fig.): E reducemi a ca per questo calle [e rredemi a kk# pper kU%Sto k#lle] (Dante); altre volte, seguìto da un cogn., per indicare una nobile casata secondo l’uso venez.: madonna Lisetta da ca’ Quirino [mad0nna li@%tta da kk# kUir&no] (Boccaccio) — più prob. una pn. senza radd. sint. nel ca’ seguìto da nomi o aggettivi a cui si appoggia (così com’è scempia la cons. nelle forme univerbate); e invece una pn. con radd. sint. nel ca più isolato e più fortem. accentato (come nel citato verso di Dante) — cfr. Cadamosto; Ca’ Granda; Ca’ Zorzi

DOP

Redatto in origine da
Bruno Migliorini
Carlo Tagliavini
Piero Fiorelli

 

Riveduto, aggiornato, accresciuto da
Piero Fiorelli
e Tommaso Francesco Bórri

 

Versione multimediale ideata e diretta da
Renato Parascandolo