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meta [m$ta] s. f. («termine; scòpo») — es. con acc. scr. (mèta, non méta): Lo spirto avido anela alla sua mèta [lo Sp&rto #vido an$la alla Sua m$ta] (Zanella); a’ tristi errori mèta ultima Oporto [a tr&Sti err1ri m$ta 2ltima op0rto] (Carducci); il conseguimento di questa mèta [il konSegUim%nto di kU%Sta m$ta] (F. Martini); la via più breve per arrivare alla mèta [la v&a pLu bbr$ve per arriv#re alla m$ta] (De Amicis); Mèta alla corsa fatale [m$ta alla k1rSa fat#le] (D’Annunzio) — stessa pn. aperta in sign. analogici come lo sport. di «marcatura», nel gioco del «rugby», o come lo stor. di «calmiere»: fissò la meta del pane al prezzo che sarebbe stato il giusto [fiSS0 lla m$ta del p#ne al pr$ZZo ke SSar$bbe St#to il J2Sto] (Manzoni) — pure pn. aperta, nell’archeologia di Roma, per gli antichi ruderi della Meta Sudante, resto di fontana presso il Colosseo (demolita nel 1936), e della Meta di Romolo, resto di monumento presso il Vaticano (demolito fin dal 1499) — pn. aperta giustificata, per tutte queste accez., dalla formaz. della parola come latinismo dòtto, in ciò distinta dall’allòtropo pop. già tipico della cultura contadina e oggi in regresso se non in disuso

DOP

Redatto in origine da
Bruno Migliorini
Carlo Tagliavini
Piero Fiorelli

 

Riveduto, aggiornato, accresciuto da
Piero Fiorelli
e Tommaso Francesco Bórri

 

Versione multimediale ideata e diretta da
Renato Parascandolo