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mozzo [m0zzo] s. m. («pezzo della ruota; zolla») — regolare la pn. aperta dell’-o- e sonora della -z-, in un sost. che continua con significati assai variati (al pari dell’allòtropo moggio) il lat. modius con -o- breve; e così attestata da fonti scritte fin dal ’600 e registrata nei dizionari — preval. oggi però nella stessa Tosc. e più nettam. nelle regioni vicine una tendenza alla pn. con -o- chiuso e -z- sorda, dovuta a una minor frequenza della voce nell’uso quotidiano e all’attraz. delle tre voci omografe (mozzo agg., mozzo s. m., mozzo del v. mozzare), tutte più conosciute e più spesso usate

DOP

Redatto in origine da
Bruno Migliorini
Carlo Tagliavini
Piero Fiorelli

 

Riveduto, aggiornato, accresciuto da
Piero Fiorelli
e Tommaso Francesco Bórri

 

Versione multimediale ideata e diretta da
Renato Parascandolo