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egli [%l’l’i] pron. — pl. (antiq.) eglino [%l’l’ino]: la natura, che non conosce quei signori e che eglino forse conoscono poco [la nat2ra, ke nnoj kon1šše kUei Sin’n’1ri e kke %l’l’ino f1rSe kon1Skono p0ko] (F. Martini) — nell’uso ant. (pop. tosc.), anche egli inv. nel pl.: a casa dove egli stavano [a kk#Sa d1ve el’l’i St#vano] (Lasca) — elis. (mai nella scrittura): egli ebbe [el’l’ $bbe o %l’l’i $bbe] — nell’uso pop. tosc., frequente l’aferesi gli, per lo più con valore pleonastico, usata solo in procl. davanti a voc., alle cons. n’-, š-, Z-, z- e ai gruppi di S + cons.: gli abbaia [l’ abb#La], gli gnaula [l’i n’n’#ula], gli strilla [l’i Str&lla]; domanda dove gli è ito [dom#nda d1ve l’l’ H &to] (Sacchetti); anche nel pl.: gli abbaiano [l’ abb#Lano], ecc. — dell’uso anche lett. la locuz. gli è che… (meno com. egli è che…) per «il fatto è che…»: egli è che noi ragazzi siamo tutti così [el’l’ $ kke nn1i rag#ZZi SL#mo t2tti koS&] (Collodi) — cfr. elli; la

DOP

Redatto in origine da
Bruno Migliorini
Carlo Tagliavini
Piero Fiorelli

 

Riveduto, aggiornato, accresciuto da
Piero Fiorelli
e Tommaso Francesco Bórri

 

Versione multimediale ideata e diretta da
Renato Parascandolo