Lèggi e ascolta l’antologia scritta e parlata
Grammatica latina e grammatica volgare
gramm#tika lat&na e ggramm#tika volg#re
Que’ che affermano la lingua latina non essere stata comune
kU% ke aff%rmano la l&jgUa lat&na non $SSere St#ta kom2ne
a tutti e populi latini, ma solo propria di certi dotti scolastici,
a tt2tti e p0puli lat&ni, ma SS1lo pr0prLa di ©$rti d0tti Skol#Sti©i,
come oggi la vediamo in pochi, credo deporranno quello errore
k1me 0JJi la vedL#mo im p0ki, kr%do deporr#nno kUello err1re
vedendo questo nostro opuscolo, in quale io raccolsi l’uso della
ved$ndo kU%Sto n0Stro op2Skolo, ij kU#le io rakk0lSi l 2@o della
lingua nostra in brevissime annotazioni. Qual cosa simile
l&jgUa n0Stra im brev&SSime annotaZZL1ni. kUal k0Sa S&mile
fecero gl’ingegni grandi e studiosi presso a’ Greci prima e po’
f%©ero l’l’ inJ%n’n’i gr#ndi e StudL1Si pr$SSo a gr$©i pr&ma e ppq
presso de e Latini, e chiamorno queste simili ammonizioni,
pr$SSo de e lat&ni, e kkLam0rno kU%Ste S&mili ammoniZZL1ni,
atte a scrivere e favellare senza corruttela — suo nome —
#tte a Skr&vere e ffavell#re S$nZa korrutt$la — S2o n1me —
Grammatica. Questa arte, quale ella sia in la lingua nostra,
gramm#tika. kU%Sta #rte, kU#le ella S&a in la l&jgUa n0Stra,
leggetemi e intenderetela.
leJJ%temi e intender%tela.
Leon Battista Alberti
Note — due coppie d’arcaismi di segno opposto nel trattamento della fonetica sintattica: da una parte, que’ che affermano [kU% ke aff%rmano] e po’ presso [pq pr$SSo] col troncamento di quei e di poi; dall’altra, quello errore [kUello err1re] e questa arte [kU%Sta #rte] senza due elisioni che oggi sono obbligatorie o quasi — tutti e populi [t2tti e p0puli], e poi de e Latini [de e lat&ni]: due occorrenze dell’articolo e (che si trova scritto anche e’ o più di rado é) in luogo del comune i: nel primo caso d’accordo con un uso frequente di vecchi scrittori toscani, nel secondo invece con un’insolita forzatura dell’uso, dovuta forse a un tentativo mal riuscito di conciliare nella grafia le due forme concorrenti de’ e dei — in quale [ij kU#le], e poi in la lingua [in la l&jgUa]: due casi assai rari, l’uno di in per nel con l’articolo taciuto, l’altro di in la per nella con l’articolo giustapposto alla preposizione semplice — chiamorno [kLam0rno], variante antica e popolare di chiamarono, frequente soprattutto nel fiorentino del secolo XV e XVI.