Lèggi e ascolta l’antologia scritta e parlata
Aringa, Arringa
La solita maledizione della lingua italiana, fa che il
la S0lita malediZZL1ne della l&jgUa italL#na, f# kke il
Dizionario non ci sappia e non ci voglia dire se quell’arringa
diZZLon#rLo non ©i S#ppLa e nnon ©i v0l’l’a d&re Se kkUell «arr&jga»
che non è pesce, e molto meno pesce salato, e più spesso
ke nnon H pp%šše, e mm1lto m%no p%šše Sal#to, e ppLu Sp%SSo
non è né carne né pesce, abbia a essere dotata di due lettere
non $ nne kk#rne ne pp%šše, #bbLa a $SSere dot#ta di d2e l$ttere
canine o pur d’una sola. Certo è che il popolo toscano, il qual
kan&ne o pp2r d una S1la. ©$rto $ kke il p0polo toSk#no, il kU#l
non conosce le aringhe sciocche ma le salate, e non le seccanti
noj kon1šše le ar&jge šš0kke ma lle Sal#te, e nn1n le Sekk#nti
ma le secche, e non le fumose ma le affumicate, queste qui
ma lle S%kke, e nn1n le fum1Se ma lle affumik#te, kU%Ste kU&
chiama aringhe. Alle altre dunque, per consolazione della loro
kkL#ma «ar&jge». alle #ltre d2jkUe, per konSolaZZL1ne della l1ro
miseria, doniamo la consonante doppia, a titolo di spillatico;
mi@$rLa, donL#mo la konSon#nte d1ppLa, a tt&tolo di Spill#tiko;
e già troppo doppie le furono e le saranno nella loro
e JJ# ttr0ppo d1ppLe le f2rono e lle Sar#nno nella l1ro
scempiezza.
ššempL%ZZa.
Niccolò Tommaseo
Note — «il Dizionario», per antonomasia, quello della Crusca, che nelle sue prime quattro edizioni (non più nella 5a, a cui lo stesso Tommaseo avrebbe poi collaborato) registra aringa come un’unica voce, solo con -r- scempia, coi due significati di «diceria» e di «pesce» — «lettera canina», vecchio nome letterario dell’r, per il suono che rappresenta — le furono e le saranno [le f2rono e lle Sar#nno], col toscanismo del pronome le come soggetto (non diversamente dal suo singolare la e dal maschile e’ o gli) davanti a verbi di modo finito.