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Sociologia del lavoro
Per motivi di ricerca sociologica ho provato anch’io, una
per mot&vi di ri©%rka So©ol0Jika q pprov#to ajk &o, una
volta, a mettermi panni dimessi, camicia senza colletto, calzoni
v0lta, a mm%ttermi p#nni dim%SSi, kam&©a S$nZa koll%tto, kalZ1ni
turchini sporchi di calce, la barba lunga e i capelli scarruffati.
turk&ni Sp0rki di k#l©e, la b#rba l2jga e i kap%lli Skarruff#ti.
Ho provato, in questa tenuta, e munito di piccone, paline bianche
q pprov#to, ij kU%Sta ten2ta, e mmun&to di pikk1ne, pal&ne bL#jke
e rosse a strisce e lanternino cieco per la notte — scelto un
e rr1SSe a Str&šše e llantern&no ©$ko per la n0tte — š%lto un
altro quartiere perché qui ormai mi conoscono — ho provato a
#ltro kUartL$re perke kkU& orm#i mi kon1Skono — q pprov#to a
scavare uno spicchio di strada, e poi a lasciarci la buca.
Skav#re uno Sp&kkLo di Str#da, e pp0i a llašš#r©i la b2ka.
Nessuno me lo ha vietato, e anzi il giorno dopo c’erano operai
neSS2no me lo # vvLet#to, e #nZi il J1rno d1po © $rano oper#i
a disfare il mio lavoro, a riempire la mia buca, guidati da un
a ddiSf#re il mio lav1ro, a rriemp&re la mia b2ka, gUid#ti da un
geometra in camicia bianca ma senza cravatta, serio. «Che lavori
Je0metra ij kam&©a bL#jka ma SS$nZa krav#tta, S$rLo. «ke llav1ri
sono?» chiesi, e lui fece un gesto vago, senza rispondere. Mi
S1no?» kL$Si, e ll2i f%©e un J$Sto v#go, S$nZa riSp1ndere. mi
pagarono anche la giornata, quando mi presentai all’ufficio
pag#rono #jke la Jorn#ta, kU#ndo mi pre@ent#i all uff&©o
tecnico comunale, poco ma me la pagarono, e io conservo il
t$kniko komun#le, p0ko ma mme la pag#rono, e &o konS$rvo il
mandato e posso anche esibirlo a richiesta, se qualcuno
mand#to e pp0SSo #jke e@ib&rlo a rrikL$Sta, Se kkUalk2no
non ci crede.
non ©i kr%de.
Luciano Bianciardi