Guarda più in là del DOP: guida alle voci che non trovi
Come non si possono fissare se non in forma generale i criteri di fonetica storica su cui si fonda la distribuzione dell’o aperto [0] e dell’o chiuso [1] nelle voci italiane, così non si posson dare in forma assoluta regole pratiche per la corretta pronunzia della lettera o che comprendano tutti i casi in cui la lettera si può trovare. Quelle che seguono sono regole empiriche, limitate a una serie di terminazioni o d’altri contesti fonetici e a una lista di parole scelte fra quelle di più frequente uso.
La lettera o ha il suono aperto [0] nei casi che seguono:
nel dittongo uo [U0] (es. buono [bU0no], cuore [kU0re], fuoco [fU0ko], fuori [fU0ri], giuoco [JU0ko], luogo [lU0go], muoio [mU0Lo], muovere [mU0vere], nuovo [nU0vo], scuotere [SkU0tere], suoi [SU0i], suono [SU0no], tuoi [tU0i], uomo [U0mo], vuoto [vU0to]), anche quando l’u sia caduto (es. core [k0re], figliolo [fil’l’0lo], gioco [J0ko], move [m0ve]); non però quando l’o faccia parte di un suffisso che abbia un o chiuso (es. affettuoso [affettu-1So], languore [lajgU1re], liquore [likU1re], pretestuoso [preteStu-1So]);
nelle parole che finiscono in consonante (es. colon [k0lon], factotum [fakt0tum], nord [n0rd], stop [St0p]); non però nei troncamenti di parole che abbiano un o chiuso (es. compran [k1mpran]) e nelle particelle prive d’accento proprio (es. non [n1n]);
quand’è seguita da una consonante scritta scempia, seguita a sua volta da due vocali vere o apparenti (es. custodia [kuSt0dLa], Macrobio [makr0bLo], memoria [mem0rLa], petrolio [petr0lLo], roseo [r0@eo], stentoreo [Stent0reo], storia [St0rLa]), anche se la consonante che segue è una z, scempia nella scrittura ma doppia nella pronunzia (es. Cozie [k0ZZLe], negozio [neg0ZZLo]), o anche se è un c o un g dolce e delle due vocali la prima è un i muto (es. cervogia [©erv0Ja], consocio [konS0©o], mogio [m0Jo]), in quest’ultimo caso con qualche eccezione (es. incrocio [ijkr1©o], vocio [v1©o]);
quand’è seguita da un suffisso atono o da un elemento atono di parola composta (es. burocrate [bur0krate], Cristoforo [kriSt0foro], melodico [mel0diko], pedagogico [pedag0Jiko], pittorico [pitt0riko], sinottico [Sin0ttiko], termometro [term0metro], tubercolotico [tuberkol0tiko]);
in -ò [-0+], desinenza del passato remoto (es. amò [am0+], gridò [grid0+]); in -rò [-r0+], desinenza del futuro (es. mangerò [manJer0+], scherzerò [SkerZer0+]); in -ò terminazione in genere, con accento scritto nei polisillabi, con o senza nei monosillabi secondo i casi (es. ciò [©0+], do [d0+], falò [fal0+], fo [f0+], ho [0+], no [n0+], però [per0+], po’ [p0], so [S0+], sto [St0+]);
in -occio [-0©©o], -occia [-0©©a], suffisso di aggettivi e di sostantivi (es. belloccio [bell0©©o], cartoccio [kart0©©o], saccoccia [Sakk0©©a]);
in -ognolo [-0n’n’olo; ma anche -1n’n’olo], suffisso di aggettivi (es. amarognolo [amar0n’n’olo o amar1n’n’olo], verdognolo [verd0n’n’olo o verd1n’n’olo]);
in -oide [-0ide], suffisso di aggettivi e di sostantivi (es. albuminoide [albumin0ide], cilindroide [©ilindr0ide], mattoide [matt0ide], tiroide [tir0ide]);