Guarda più in là del DOP: guida alle voci che non trovi
Con la lettera z l’ortografia italiana rappresenta, come s’è visto, due consonanti, la z sorda [Z] e la z sonora [z]. Non esistono posizioni in cui la lettera z abbia sempre o l’una o l’altra di tali pronunzie.
I criteri di fonetica storica su cui si fonda la distinzione sono, schematicamente, i seguenti:
È sorda la z che deriva: da ti latino atono seguito da vocale, sia in voci di formazione popolare (es. prezzo [pr$ZZo], terzo [t$rZo], lat. pretium, tertius), sia in latinismi dòtti (es. facezia [fa©$ZZLa], Lattanzio [latt#nZLo], dal lat. facetia, Lactantius); da s latina (es. zampogna [+Zamp1n’n’a; ma anche +zamp1n’n’a], lat. symphonia); da s araba (es. zucchero [+Z2kkero], dall’ar. sukkar); da z germanica (es. zaffo [+Z#ffo; ma anche +z#ffo], dal longobardo zapfo).
È sonora la z che deriva: da di latino atono seguìto da vocale, in voci di formazione popolare (es. pranzo [pr#nzo], razzo [r#zzo], lat. prandium, radius); da z greca (es. azzimo [#zzimo], zeta [+z$ta], dal gr. ἄζυμος / ázymos, ζῆτα / zêta); da z araba (es. zafferano [+zaffer#no], dall’ar. za£farān); da z persiana (es. bazar [bazz#r], dal persiano bāzār).
Le regole empiriche che si possono dare per la corretta pronunzia della z italiana non raggruppano se non una parte relativamente piccola delle parole in cui questa lettera si può trovare.
La lettera z ha il suono sordo [Z] nei casi che seguono:
iniziale di parola, quando la seconda sillaba comincia per consonante sorda, cioè per c, f, p, t (es. zampa [+Z#mpa], zoccolo [+Z0kkolo]), con alcune eccezioni (es. zaffiro [+zaff&ro]);
preceduta da l (es. alzare [alZ#re], filza [f&lZa]), con poche eccezioni (es. elzeviro [elzev&ro]);
seguita da un i tonico o atono, seguito a sua volta da un’altra vocale (es. agenzia [aJenZ&a], polizia [poliZZ&a], razzia [raZZ&a]; grazia [gr#ZZLa], Lazio [l#ZZLo], ospizio [oSp&ZZLo], pronunzia [pron2nZLa], silenzio [Sil$nZLo], spezie [Sp$ZZLe]; anziano [anZL#no], conversazione [konverSaZZL1ne], fazioso [faZZL1So]), con poche eccezioni (es. azienda [azzL$nda]), a cui vanno aggiunti i casi di derivazione da parole con z sonora (es. romanziere [romanzL$re]);
in -anza [-#nZa], suffisso di sostantivi (es. speranza [Sper#nZa], usanza [u@#nZa]);
in -azzare [-aZZ#re], suffisso di verbi (es. scorrazzare [SkorraZZ#re], spiegazzare [SpLegaZZ#re]);
in -enza [-$nZa], suffisso di sostantivi (es. assenza [aSS$nZa], supplenza [Suppl$nZa]) o terminazione in genere (es. Cosenza [ko@$nZa], lenza [l$nZa], scienza [+š$nZa], senza [S$nZa]);
in -ezza [-%ZZa], suffisso di sostantivi (es. grandezza [grand%ZZa], saggezza [SaJJ%ZZa]);
in -onzolo [-1nZolo], suffisso di sostantivi (es. ballonzolo [ball1nZolo], lattonzolo [latt1nZolo]);