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Guarda più in là del DOP: guida alle voci che non trovi

   

Le voci di questo «Dizionario» che corrispondono a persone, luoghi, cose e istituzioni dell’antica Grecia sono presentate di regola nella forma italiana, come vuole una tradizione di parecchi secoli.

Qua e là si troveranno tuttavia voci greche antiche nella forma origi­nale, per lo più termini di storia e d’archeologia. La traslitterazione, da cui ciascuna forma greca è accompagnata, dà un primo aiuto per conoscere anche l’esatta pronunzia. Quella indicata nelle trascrizioni fonetiche non è né pre­tende di essere la pronunzia greca dell’età classica, relativamente facile a ricostruirsi in teoria ma non altrettanto facile a riprodursi nella lettura in tutti i suoi particolari. Quella che si registra è in sostanza la convenzionale pronunzia scolastica detta «erasmiana» perché ne propugnò l’adozione Erasmo da Rotterdam (1528) in contrasto con l’uso allora prevalente, e difeso in particolare da Johannes Reuchlin (1519), di seguire anche per il greco antico la pronunzia dei greci moderni.

Avvertenze per la lettura:

ch

suona K (oppure k come il k);

g

suona g (ossia g(h) duro it.) in ogni posizione;

h

suona h (ma spesso è trascurata nella lettura scolastica italiana); può poi far parte dei digrammi ch, ph, th;

ph

suona f;

s

suona @ (ossia s sonora it.), tranne quand’è iniziale d’un secondo elemento di parola composta (nel qual caso suona di norma S, ossia s sorda it.);

th

suona t (come il t), oppure T;

y

suona ü;

z

suona z (ossia z sonora it.).

Osservazioni generali:

La posizione dell’accento tonico varia da parola a parola. L’accento scritto, acuto, grave o circonflesso, d’uso costante su quasi tutte le parole greche fin dall’età alessandrina, è qui traslitterato, sempre, nella forma dell’accento acuto.

   

DOP

Redatto in origine da
Bruno Migliorini
Carlo Tagliavini
Piero Fiorelli

 

Riveduto, aggiornato, accresciuto da
Piero Fiorelli
e Tommaso Francesco Bórri

 

Versione multimediale ideata e diretta da
Renato Parascandolo