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Guarda più in là del DOP: guida alle voci che non trovi

Il rumeno, lingua ufficiale della repubblica di Romania, appartiene alla famiglia delle lingue neolatine.

Fino alla metà dell’Ottocento si è scritto quasi esclusivamente con l’alfabeto cirillico, dal 1860 si scrive invece con l’alfabeto latino. I sistemi ortografici hanno subito, però, diverse modificazioni: solo dal 1904 l’or­tografia rumena, regolata dalle prescrizioni dell’Accademia delle scienze di Bucarest, è relativamente fissa; gli ultimi interventi sono del 1954, del 1964 e del 1993.

Nella Repubblica socialista sovietica di Moldavia fu lingua ufficiale, col nome di «lingua moldava», una leggerissima variante del rumeno scritta con alfabeto cirillico di tipo russo. Dal 1989, anche in Moldavia è in uso l’alfabeto latino.

Avvertenze per la lettura:

ă

suona ë;

â

suona ï (e lo stesso suono è rappresentato anche dalla lettera î: nel 1993 l’Accademia ha deliberato di tornare all’uso d’avanti la seconda guerra mondiale, di î in posizione iniziale o finale, â all’interno delle parole, ma queste regole restaurate, pur ufficialmente adottate dallo stato rumeno, non sono state universalmente accolte; in precedenza, la lettera â era stata abolita, e sostituita dappertutto da î, nel 1953; nel 1964 la grafia con l’â era stata ripristinata nelle sole parole român e România coi loro derivati);

c

suona k davanti alle vocali a, â e î, o, u e davanti a consonante; suona invece, come in italiano, © (ossia c(i) dolce) davanti alle vocali e e i;

ch

suona k e si usa davanti alle vocali e e i, come in italiano;

ci

suona © davanti alle vocali o e u;

e

suona $ (ma non tanto aperta); preceduta da vocale suona L$; atona davanti ad a, ha un suono molto rapido affine a L (i semiconsonante);

g

suona g davanti alle vocali a, â e î, o, u e davanti a consonante; suona invece, come in italiano, J (ossia g(i) dolce) davanti alle vocali e e i;

gh

suona g e si usa davanti alle vocali e e i, come in italiano;

gi

suona J davanti alle vocali o e u;

h

suona h (aspirata) davanti a vocale, in principio di parola o all’interno (ma tal­volta h’ davanti alle vocali e e i); suona K davanti a consonante o in fine di parola; serve poi, come in italiano, a indicare il suono duro di c e g davanti a e e i;

i

suona i (vocale) o L (semiconsonante) secondo le posizioni, in generale; preceduto da consonante in fine di parola ha un suono molto debole, che nelle trascrizioni fonetiche di questo «Dizionario» è rappresentato da un apostrofo; serve poi, come in italiano, a indicare il suono dolce di c e g davanti a o e u;

î

suona ï (in alternanza con â, come s’è detto);

j

suona X;

DOP

Redatto in origine da
Bruno Migliorini
Carlo Tagliavini
Piero Fiorelli

 

Riveduto, aggiornato, accresciuto da
Piero Fiorelli
e Tommaso Francesco Bórri

 

Versione multimediale ideata e diretta da
Renato Parascandolo