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Guarda più in là del DOP: guida alle voci che non trovi

Il francese è una lingua neolatina. Ha valore di lingua ufficiale non solo in Francia, dove copre il territorio dei dialetti francesi veri e propri, di quelli franco-provenzali, di quelli provenzali e di alcune parlate estranee, quali il bretone in Bretagna, il basco in parte della Guascogna, il tedesco in Alsazia e l’italiano in Corsica; ma anche nel Lussemburgo, dov’è sovrap­posto come lingua ufficiale al dialetto locale di ceppo germanico, nel Belgio, dov’è ufficiale accanto al fiammingo (neerlandese), nella Svizzera, dove pure è ufficiale accanto al tedesco e all’italiano, nel Canadà, la cui parte orientale ha conservato il francese degli antichi coloni accanto all’inglese, e infine in molte terre d’oltremare, dove convive con idiomi indigeni, ai quali si è sovrapposto come lingua di cultura: così ad Haiti, così nei residui pos­sedimenti francesi d’Africa, d’America e d’Oceania, così in numerosi stati di recente indipendenza, specie africani, che essendo già stati colonie della Repubblica Francese hanno mantenuto di diritto o di fatto una posizione di preminenza alla lingua dei loro colonizzatori. Inoltre il francese, per vecchia tradizione confermata dal vigente statuto regionale del 1948, è lingua ufficiale, a lato dell’italiano, anche nella Val d’Aosta, i cui dialetti appar­tengono al ceppo franco-provenzale. Del resto la lingua francese è stata e in certi limiti è tuttora la lingua straniera più largamente conosciuta in Italia; e il lessico italiano ospita un alto numero di francesismi importati in varie epoche, adattati oppure no al nostro sistema fonologico e morfologico.

Il francese usa l’alfabeto latino, con l’aggiunta di pochi segni diacri­tici, come la cediglia sottoposta alla lettera c (ç), la dieresi apposta ad alcune vocali, e gli accenti acuto, grave e circonflesso. Due segni vocalici composti, æ e œ, s’incontrano in poche parole, grecismi per lo più, dove equivalgono a e o é; il secondo, meno di rado, anche nei gruppi œil, œu, œuil, dove equivale a eu.

L’ortografia riproduce la pronunzia attuale solo con una certa approssi­mazione, perché in parte conserva grafie antiche che corrispondevano alla pronunzia avanti che questa subisse modificazioni talvolta radicali (si pensi a roi, che nel secolo XII si leggeva r0i, e che ha seguitato a scriversi allo stesso modo nonostante che la pronunzia, cambiando un po’ per volta, si sia trasformata in rU#), e poi perché la grafia di parecchie parole è stata alte­rata con intenzioni etimologiche e senza un chiaro sistema tra il Cinque­cento e l’Ottocento (si pensi all’antico lais «lascito», della famiglia di laisser, modificato in legs per contaminazione col lat. legatum «legato», pur conservando la pronunzia l$, in séguito alterata a sua volta da parecchi in l$g). Per giunta le regole di lettura fondate su queste basi più o meno storiche ammettono, quasi tutte, numerose eccezioni.

Si considera pronunzia tipo quella dei parigini cólti; e ad essa si rife­riscono di regola le trascrizioni fonetiche del presente «Dizionario».

DOP

Redatto in origine da
Bruno Migliorini
Carlo Tagliavini
Piero Fiorelli

 

Riveduto, aggiornato, accresciuto da
Piero Fiorelli
e Tommaso Francesco Bórri

 

Versione multimediale ideata e diretta da
Renato Parascandolo