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Guarda all’interno del DOP: l’alfabeto fonetico e altro

   

computer [ingl. këmpL2utë] s. m. (in it.); pl. (ingl.) computers [këmpL2utë@]

Il sostantivo scritto computer appartiene alla lingua inglese (e, come altre voci di lessico straniere, si registra nel «Dizionario» per l’uso, in questo caso molto frequente, che se ne può fare e se ne fa in contesti italiani); in italiano è di genere maschile (non così in inglese, dov’è considerato neutro): quindi, per esempio, il computer, un computer nuovo.

La pronunzia inglese è quella ch’è rappresentata dalla trascrizione fonetica këmpL2utë: si noterà, in particolare, che l’accento tonico cade sulla vocale -u-, pronunziata -L2u- (cioè come un -i- semiconsonante seguìto da un -u- lungo: grosso modo come nell’italiano fiuto); che l’-o- non rappresenta un suono pieno, ma, come spesso le vocali atone della grafia inglese, la vocale indistinta ë, ignota all’italiano; che lo stesso suono corrisponde anche all’-e- dell’ultima sillaba; infine, che l’-r grafica è muta (come sempre in fine di parola isolata, e in genere quando non sia seguìta da una vocale: si pronunzia invece, perché viene a esser seguìta da vocale, nelle locuzioni computer animation e computer art, come si può vedere nelle trascrizioni riportate poco sotto).

S’intende che la corrispondenza tra i suoni d’una lingua straniera e quelli, citati a confronto, dell’italiano o d’un’altra lingua non può che essere più o meno approssimativa; e s’intende anche che certi particolari più sottili, e non distintivi, della pronunzia sono, per forza di cose, sottintesi da qualunque trascrizione fonetica che non voglia essere inutilmente astrusa. Così, ascoltando nel sito www.dizionario.rai.it la parola computer pronunziata da una lettrice di madrelingua, ci si può render conto: che la vocale tonica -2u- non è, propriamente, una semplice vocale lunga, ma un dittongo, di suono più aperto all’inizio e più chiuso alla fine; che il suono -p- è accompagnato da un’aspirazione; che il -t- ha un’articolazione più arretrata di quella, dentale, ch’è tipica dell’italiano, è cioè alveolare; e che l’ finale ha un suono che s’avvicina a quello della vocale a.

Il plurale di computer è, in inglese, computers (con l’aggiunta d’un’-s), e si pronunzia këmpL2utë@ (come il singolare ma con in più, in fondo alla parola, un’-s sonora: così si pronunzia infatti l’-s del plurale ogniqualvolta il singolare finisca per vocale, come qui per , o per consonante sonora; e tale pronunzia è d’altra parte degna di nota perché estranea, in questa posizione, alla nostra lingua, che non conosce, alla fine d’una parola isolata, che l’-s sorda).

— nome ingl. dell’«elaboratore (elettronico)»

Il termine inglese designa quell’oggetto, ben noto, che in italiano è chiamato elaboratore elettronico, o elaboratore senz’altro (o anche calcolatore, o meno spesso ordinatore, di nuovo con o senza l’aggiunta dell’aggettivo elettronico; solo qualche volta, in contesti non tecnici se non proprio scherzosi, cervello, o cervellone, elettronico).

— di solito italianizz. a metà nella pn. in kompL2ter (e, in tal caso, con pl. invariato); con pn. incerta (ma meglio kompu- che kompLu-) negli alterati e derivati it.: -terino, -teristico, -terizzare, ecc.

Sulla bocca di parlanti italiani, il sostantivo computer non suona di solito come sonerebbe sulla bocca d’un inglese, ma è adattato in kompL2ter.

Quest’adattamento è parziale, non pieno, perché, se da un lato non contiene suoni (né lettere) che non siano italiani, d’altra parte non è conforme alle regole di corrispondenza tra suoni e lettere della nostra ortografia (allo -L- della pronunzia non corrispondendo un -i- grafico, come per esempio in compiuto [kompL2to]), e inoltre perché la finale consonantica è estranea alle parole genuinamente italiane.

Quand’è pronunziato all’italiana, computer è trattato come invariabile: il plurale è cioè i computer [i kompL2ter].

Negli alterati e nei derivati formati in italiano aggiungendo un suffisso alla voce inglese, come il diminutivo computerino, l’aggettivo computeristico, il verbo computerizzare e altri, si è spesso incerti se pronunziare l’-u- come -Lu-, all’inglese, o italianamente come -u-. Notata la doppia pronunzia, il «DOP» consiglia, come più regolare, la lettura -u-: dunque, per esempio, komputer&Stiko meglio che kompLuter&Stiko.

— pn. ingl., invece, in locuz. come: computer animation [këmpL2utër änim$iš-n] («animazione informatica»), computer art [këmpL2utër #at] («arte informatica»), computer music [këmpL2utë mL2u@ik] («musica informatica»), computer science [këmpL2utë S#iënS] («informatica»), tutt’e quattro femm. in it.; computer graphics [këmpL2utë g^fikS] (non c. graphic; «grafica informatica»), altra locuz. f. (sing.) in it., talvolta adatt. (male) nell’ibrido computergrafica [kompLutergr#fika o komputergr#fika]; computer crime [këmpL2utë kr#im] («reato, crimine, informatico»; pl. computer crimes [këmpL2utë kr#im@]), computer game [këmpL2utë g$im] («gioco elettronico»; pl. computer games [këmpL2utë g$im@]), locuzioni masch. (in it.); e cfr. anche home computer e personal computer

Il sostantivo computer entra a far parte di parecchie locuzioni inglesi, d’uso più ristretto (perché proprie soprattutto di certi linguaggi tecnici o di certi ambienti) e per le quali, dato anche il loro aspetto più chiaramente straniero, una lettura all’italiana non sarebbe appropriata.

Se ne registrano qui alcune, più o meno diffuse in Italia (e nelle quali il sostantivo computer compare come primo elemento, e ha, com’è tipico in questi casi dell’inglese, valore d’aggettivo): d’ogni locuzione si danno la forma grafica e fonetica, il significato e, quand’è il caso, il plurale (sempre in forma inglese, per il motivo già detto); s’aggiunge poi il genere che si suol dare a queste locuzioni nel contesto d’un discorso italiano (così, computer animation è locuzione femminile, dicendosi la computer animation, mentre computer crime è usato in italiano come maschile; ed è facile osservare che il genere dipende qui da quello degli equivalenti italiani).

L’inglese computer graphics (errata, per la seconda parola, la forma graphic senza l’-s), che vuol dire «grafica informatica», è talvolta adattato in italiano come computergrafica (pronunziato, come s’è già osservato per casi simili, ora kompLutergr#fika ora komputergr#fika). L’adattamento è però sconsigliabile (considerato soprattutto ch’è del tutto alieno dalle strutture della nostra lingua l’uso, già notato per l’inglese, d’un sostantivo come primo elemento compositivo con valore d’aggettivo determinante il secondo elemento).

Per altre notizie, a proposito d’altre locuzioni in cui computer compare invece al secondo posto, si rimanda poi alle voci home computer e personal computer (la prima delle quali, non contenendo al suo interno nessuna trascrizione fonetica in lingua italiana, si trova solo nel secondo volume di questo «Dizionario»).

— molto raro l’adattam. it. computiere [komputL$re]

Infine, si segnala l’adattamento italiano (integrale, non solo parziale, e indiscutibilmente ben formato) computiere [komputL$re], che fu proposto qualche anno fa dal linguista Arrigo Castellani (1920-2004), ma fin qui senza successo.

   

DOP

Redatto in origine da
Bruno Migliorini
Carlo Tagliavini
Piero Fiorelli

 

Riveduto, aggiornato, accresciuto da
Piero Fiorelli
e Tommaso Francesco Bórri

 

Versione multimediale ideata e diretta da
Renato Parascandolo