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Guarda più in là del DOP: guida alle voci che non trovi

   

Benché a volte chiamato impropriamente iranico, il persiano moderno o neopersiano non è se non uno degl’idiomi appartenenti al gruppo iranico delle lingue indoeuropee. Anzi, come lingua letteraria, il persiano ha molto diluito i suoi caratteri originari, da una parte per aver fortemente semplificato la propria struttura morfologica, dall’altra per avere accolto nel proprio lessico un numero stragrande di vocaboli d’origine araba e inoltre per avere accettato come proprio alfabeto, con minime aggiunte, quello arabo. La traslitterazione adottata in questo «Dizionario» è la stessa dell’«Enciclopedia italiana».

Il persiano è lingua ufficiale della Persia o Iran; uno dei suoi dialetti orientali, l’afgano, è lingua ufficiale dell’Afganistan. Lo stesso afgano è parlato anche in parte del Pakistan; altri dialetti persiani sono in uso in varie regioni asiatiche già sovietiche.

Avvertenze per la lettura:

a

suona ä se è breve; ma se è lunga (scritta ā) suona aa (che è il suono, prolungato, dell’a it.);

suona @ (non F come in arabo);

dh

suona @ (non D come in arabo);

e

suona ä, essendo una variante di traslitterazione di a (breve);

g

è usato all’italiana, nella traslitterazione qui adottata: quindi può indicare ora il suono g (ossia g(h) duro it.), che manca all’arabo classico, ora il suono J (ossia g(i) dolce it.), secondo le regole dell’ortografia italiana;

i

suona % se è breve; ma se è lungo (scritto ī) suona ii (che è il suono, pro­lungato, dell’i it.);

q

suona G (non M come in arabo);

suona S (non ¥ come in arabo);

suona t (non y come in arabo);

th

suona S (non T come in arabo);

u

suona 1 se è breve; ma se è lungo (scritto ū) suona uu (che è il suono, pro­lungato, dell’u it.);

w

suona v (non U come in arabo);

ij

suona @ (non Y come in arabo);

zh

suona X.

Osservazioni generali:

Si sono indicati i principali punti in cui la traslitterazione del persiano presenti let­tere o gruppi di lettere mancanti all’arabo (e che non abbiano un valore fonetico ovvio per un lettore italiano) e quelli in cui lettere o gruppi identici vadano interpretati in maniera leggermente diversa da quella dell’arabo. S’intende che per il rimanente valgono le norme di lettura date a suo luogo per l’arabo.

L’accento persiano cade il più delle volte sull’ultima sillaba; ma non mancano ec­cezioni.

Le vocali possono essere brevi o lunghe; la lunghezza è indicata, nella traslitterazione, col trattino sovrapposto alla lettera (es. ū [uu]). Nelle traslitterazioni e negli adattamenti grafici europei è frequente lo scambio tra a ed e per la vocale breve ä, come s’è ricordato; ma sono possibili anche scambi tra e e i, tra o e u.

   

DOP

Redatto in origine da
Bruno Migliorini
Carlo Tagliavini
Piero Fiorelli

 

Riveduto, aggiornato, accresciuto da
Piero Fiorelli
e Tommaso Francesco Bórri

 

Versione multimediale ideata e diretta da
Renato Parascandolo